Determinazione della composizione corporea

venerdì 13 gennaio 2012

LE INTOLLERANZE ALIMENTARI E L’EAV-TEST

Le intolleranze o ipersensibilità alimentari si differenziano dalle allergie vere e proprie perché non provocano quasi mai delle reazioni violente e immediate, non si manifestano con sintomi gravi, non possono portare allo shock anafilattico e di solito non rispondono ai tradizionali test allergici cutanei o di laboratorio ed è per questo che spesso non sono direttamente collegabili all'assunzione del cibo intollerato. 
Oggi le intolleranze alimentari sono in aumento e sono riconducibili all'accumulo nel tempo delle sostanze responsabili d’ipersensibilità, fino a un livello che a un certo punto supera la "dose soglia". A causa di questo periodo di latenza, spesso è difficile accettare e comprendere come si possa "improvvisamente" diventare intolleranti a un cibo quotidianamente introdotto come frumento, olio di oliva, latticini, lievito… perché le intolleranze possono produrre sintomi anche dopo alcuni giorni, e in alcuni soggetti possono rimanere inespresse per lunghi anni, manifestandosi poi solo in particolari condizioni di affaticamento o di stress.E’ quindi possibile diventare intolleranti a qualunque età oppure esserlo da sempre, manifestando i sintomi solo in alcuni periodi della vita.Le intolleranze alimentari si sviluppano in organismi predisposti e i fattori scatenanti possono essere svariati: gastroenteriti, terapie cortisoniche prolungate, terapie antibiotiche prolungate e senza una preventiva assunzione di fermenti lattici, parassiti intestinali, candidosi, alcune infezioni virali (soprattutto da enterovirus), interventi chirurgici, pancreatiti.Le tossine che si formano in una o più intolleranze alimentari si possono depositare in molti organi, anche lontani dall'apparato digerente e per questo le reazioni fisiche possono andare dal meteorismo, diarrea, stitichezza, crampi addominali, nausea, difficoltà digestive, colon irritabile fino alle depressioni, stanchezza ricorrente, torpore mentale, insonnia, ansia, umore variabile, mal di testa, palpitazioni, crampi muscolari, acne, eczema, starnuti, faringite, raucedine, asma, cistite, mestruazioni irregolari, ritenzione idrica, sovrappeso, afte, dolori articolari.Poiché non è facile riconoscere un’intolleranza alimentare (non essendo presenti nel sangue le immunoglobuline IgE, tipiche delle allergie alimentari), le intolleranze non sono evidenziabili con i comuni test clinici (Prik Test, Rast, PachTest).Per questo motivo l’allergologia convenzionale non dà molta importanza alle intolleranze alimentari. Non è cosi per i professionisti della nutrizione olistica. Il test bioenergetico delle intolleranze alimentari EAV Intollerance Search  -Test Energetico di Compatibilità Alimentare -, totalmente innocuo e indolore, è lo strumento attraverso il quale si possono andare a determinare le sostanze che danno incompatibilità definendo così una strategia alimentare e comportamentale adatta a superarle. Una volta trovato l’alimento che non si tollera più, per un certo periodo si dovrà rispettare scrupolosamente l’astensione a tutto il gruppo alimentare al quale questo appartiene e assumere degli integratori nei modi e nei tempi suggeriti. Durante la fase di esclusione degli alimenti non tollerati si dovrà prevedere la comparsa di temporanei peggioramenti o l’emergere di altri disturbi finora nascosti da quelli più evidenti e che, comunque, spariranno in breve tempo. Con il passare delle settimane avverrà un successivo miglioramento fino alla scomparsa della sintomatologia con conseguente risultato stabile nel tempo. Il gruppo di alimenti non tollerati non andrà comunque eliminato in maniera definitiva ma gradualmente reintrodotto dopo il periodo di astensione. Per questo passati i primi mesi di eliminazione si dovranno fare delle prove testando di volta in volta la reazione dell’organismo. E poi per mantenere i risultati ottenuti si consiglia un incontro/test semestrale o annuale.

(Roberta Fianchini, Dietista)



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