Determinazione della composizione corporea

giovedì 24 novembre 2011

Un approccio olistico per combattere l’obesità

Diagnosticare l’obesità è molto semplice mentre è sicuramente più difficile individuarne le cause perchè sono varie ed alcune hanno meccanismi non del tutto noti.
Gli eventi della vita che si possono associare all’insorgenza dell’aumento del peso possono essere i più svariati: come la nascita di un fratello/sorella, un cambio di scuola, di casa, d’ufficio; la morte di una persona cara, una separazione, un abbandono, il cambiamento di relazioni affettive, il matrimonio, la nascita di un figlio, il divorzio; gli esami universitari, un cambiamento lavorativo, il licenziamento…
Ma anche una tonsillectomia, la prima mestruazione, la gravidanza, l’allattamento, la menopausa e lo smettere di fumare possono portare all’aumento di peso incontrollato.
Per troppo tempo la società ha colpevolizzato la persona obesa, come causa del proprio male, spesso “mal – trattandola”, mentre oggi l’obesità viene descritta come una vera e propria patologia, di cui ancora si ignorano sia le cause e sia le cure farmacologiche adatte.
Per questo i casi di obesità richiedono l’esigenza di un intervento terapeutico che tenga in stretta considerazione soprattutto il vissuto del paziente e la sua sfera emotivo-affettiva, cercando di conoscere la persona nella sua interezza, perché se molti soggetti in soprappeso si sentono a disagio con il proprio corpo, molti altri lo trattano come un nemico.
Quando l’organismo assume una determinata forma, e peso oltre la norma, in base a meccanismi essenzialmente difensivi o compensativi, per rimuoverli è necessario ricreare un nuovo equilibrio che parta dalla personalità, dal rapporto con se stessi con il proprio corpo e dal rapporto con il mondo esterno: conoscere questi meccanismi e valutarli caso per caso fa parte integrante del trattamento dell’obesità.
Spesso la persona che è affetta da obesità è come incapace di comunicare adeguatamente le proprie emozioni, di migliorarsi dalle situazioni ambientali; il mangiare diventa la sola risposta ad uno stato interiore di tensione nell’incapacità di esprimere il proprio vissuto.
Una donna obesa è spesso una persona che svolge un ruolo di appoggio, sostegno o protezione materna nei confronti di chi la circonda ed una eccessiva identificazione con questo ruolo, porta a caricarsi di pesi e responsabilità difficili da lasciare andare e così ci si zavorra anche fisicamente per paura di crollare, di perdere i punti di riferimento.
Un uomo obeso, all'opposto, può essere una persona che manifesta in questo modo la sua opulenza, imponenza, affidabilità, autorevolezza, concretezza; il mangiare con voracità e bere smodatamente in compagnia, è, per l’uomo, da sempre, un modo di sottolineare la propria potenza.
Un bambino obeso invece è più spesso il sintomo delle influenze ambientali negative (pubblicità, TV, sedentarietà) e/o dei conflitti familiari (solo un 10% dei bambini obesi ha una casualità genetica – endocrina).
Nel trattamento dell’obesità, volendo raggiungere risultati duraturi si deve prima, sicuramente, agire sulle abitudini alimentari, per riuscire ad abbassare la percentuale di massa grassa accumulata nel tempo, personalizzando il più possibile il programma dietetico dimagrante.
In questo modo si potrà recuperare il rapporto con il cibo rompendo il meccanismo di gratificazione o compenso a cui si ricorre in situazioni di disagio psicologico e/o di insoddisfazione.
Poi, riuscendo ad inquadrare la persona da un punto di vista costituzionale (l’insieme dei caratteri ereditariamente trasmessi che determinano il modo di essere di ciascun individuo), ossidativo (il tipo di  metabolismo) e psicoemozionale si potranno inserire dei rimedi naturali adeguati (fitoterapia, Fiori di Bach, oligoelementi, vitamine e sali minerali…), per garantire, senza controindicazioni, il raggiungimento dei risultati.
Infine, ma non per questo meno importante, si dovrà aumentare il dispendio energetico incentivando l’attività fisica mediante l’attuazione di programmi realizzati su misura tenendo conto sia delle problematiche fisiche sia di quelle famigliari e lavorative, che spesso lasciano ben poco spazio al desiderio di fare dello sport.
(Roberta Fianchini, Dietista)

2 commenti:

  1. Complimenti Roberta per l'articolo. Sono d'accordo con la visione olistica riguardo il fenomeno dell'obesità, che può essere influenzato da diversi fattori: sociali, motivazionali e personali, fisiopatologici, psicoemotivi, ecc.. Sono dell'avviso che, per ristabilire il giusto equilibrio psicofisico, emotivo e spirituale, nella persona obesa, occorra mettere quest'ultima nella condizione di responsabilizzarsi per autoregolarsi ed autodeterminarsi, relativamente ad un percorso specifico, supervisionato da personale qualificato, che possa permetterle di affrontare e risolvere il problema relativamente al suo potenziale umano. Massimo Catalucci

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  2. Condivido completamente: l'approccio all'obesità, ma anche al sovrappeso (primo campanello d'allarme di uno squilibrio) deve essere necessariamente supportato da specialisti in grado di far affrontare e rislovere i disagi emotivi che si nascondono dietro al desiderio di prediligere certi alimenti o a una ipernutrizione, Solamente riequilibrando lo stato psicoemotivo si possoono ottenere dei successi duraturi negli anni.
    Grazie Massimo!

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